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INDICE ARTICOLI

- L'OLISMO

- L'APPROCCIO ALLA SALUTE: DAL PUNTO DI VISTA DELLA MEDICINA NON CONVENZIONALE

- POCHI SEMPLICI REGOLE PER IL BENESSERE (link ad un articolo pubblicato su SPORTCLUB)

- L'ALIMENTAZIONE

- OMEOPATIA

- LO SPORT ED I FIORI DI BACH

- GLI ANIMALI, LE EMOZIONI ED I FIORI DI BACH

- ENERGIA E BENESSERE: LA PRANO

- LA FISICA QUANTISTICA E GLI INTERVENTI TERAPEUTICI VIBRAZIONALI

- I RIMEDI VIBRAZIONALI

- LA MEMORIA DELL'ACQUA

- LE ONDE ELETTROMAGNETICHE DEL DNA

-LA MUSICA E L'AZIONE DEL SUONO

- EPIGENETICA E DNA

- 440Hz O 432Hz ? IL SUONO E LE SUE FREQUENZE

- IL SONNO

- L'ANSIA

-LA PELLE ED IL SUO SIGNIFICATO SIMBOLICO

- L'EQUILIBRIO ACIDO-BASE

L'OLISMO

Il termine Olismo deriva dal greco όλος, per indicare: "la totalità", "globalità".

Con tale termine si intende l’esistenza alla base di tali discipline di una visione che considera l’UOMO nella sua globalità, fatto non solo di un corpo ma anche di MENTE e SPIRITO.

Quindi, nei tempi antichi non era posta distinzione tra corpo, mente e spirito. E la medicina e quindi il modo di vedere la salute e la malattia era ispirata a questa visione .

Con la concezione razionalistica di una conoscenza ispirata alla precisione e certezza delle scienze matematiche di Cartesio ( 1596-1650) e la meccanica classica di Newton (1642-1727), l'approccio al concetto di benessere cambiò. Spirito e materia vennero concettualmente separati. La ricerca si orientò verso un'approfondita indagine sul lato più materiale della realtà conosciuta fino ad arrivare ad un approccio meccanicistico che, nonostante il merito della scientificità e non solo, considera l'uomo come una macchina su cui intervenire in modo sintomatologico, soppressivo o palliativo.

Parlare di Olismo, però, è qualcosa di più perché implica l'esistenza di sistemi complessi, autonomi, ma che comunicano tra loro tramite "meccanismi biocibernetici di feed-back" . Ciò vuole dire considerare che tutto è connesso, a partire dai nostri organi ed apparati . E questo ci fa dire che un disagio e/o patologia allo stomaco,ad esempio, non coinvolgerà solo lo stomaco ma anche gli altri organi preposti alla digestione, oltre al nostro mondo emotivo e mentale, spesso responsabile delle nostre malattie e che ci fa dire che quel disagio è diverso da quello di un'altro individuo (al di là della diagnosi nosologica data dalla medicina allopatica che la classifica ad esempio come gastrite) .Oltre agli organi, anche i sistemi dialogano tra loro. Basta pensare al sistema nervoso che parla con quello endocrino ed immunitario. Oggi, finalmente, anche la medicina allopatica, tramite la PNEI (Psico neuro endocrino immunologia), riconosce tale importante connessione, dimostrandola scientificamente.

Sappiamo bene quanto continui dispiaceri, uno shock, un uso prolungato di alcuni farmaci e tanto altro influisca sulla nostra produzione ormonale e infine sulle nostre difese. La medicina convenzionale occidentale ha iniziato ad indagare tale relazione solo a partire dagli anni ’30, in seguito agli studi del medico austriaco Hans Selye sullo stress. Ed è proprio lo stress ad avere un ruolo importante nello studio delle risposte psico-fisiche connesse al dialogo che interviene tra i tre apparati. Quando questo sopraggiunge, l’organismo viene invaso da determinati ormoni, tra i quali i più importanti sono l’adrenalina e il cortisolo. Se lo stress dura poco e si limita ad una fase acuta, l’effetto è inizialmente positivo: il lieve rialzo ormonale potenzia l’azione immunitaria, attiva delle reazioni fisiche di adattamento, migliora le capacità di concentrazione e di attenzione.

Quando, invece, la mente del soggetto è coinvolta emotivamente in situazioni di sofferenza, dolore, rabbia, risentimento, sconforto o angoscia per periodi di tempo prolungati, le sostanze rilasciate, le stesse che nella fase di stress iniziale producono effetti positivi, diventano nocive come le tossine che inquinano il corpo. In questo stadio, che caratterizza lo stress cronico, si attivano dei meccanismi dannosi: tra questi, quello più importante è la diminuzione o la soppressione della risposta immunitaria .

Tutto questo e tanto altro per dire che, senza levare nulla alla medicina allopatica, indispensabile dove non può arrivare e risolvere una medicina non convenzionale, considerare altri aspetti che possano aver contribuito al mio disagio è molto bello e ci consente di vivere con maggiore consapevolezza, attenzione a noi stessi e responsabilità.

(Fonti: lezioni del prof. Corrado Bornoroni , web e testi vari)

L'APPROCCIO ALLA SALUTE: dal punto di vista della medicina non convenzionale (MNC)

Da alcuni anni in Italia è aumentata la richiesta di metodi di cura naturali, che integrino o sostituiscano gli strumenti offerti dalla medicina allopatica.

Si è sempre più diffusa una certa familiarità con i rimedi o cure naturali, cui ci si rivolge per necessità o curiosità salutistiche: Fiori di Bach, yoga, medicina ayurvedica, omeopatia e naturopatia sono diventati termini piuttosto familiari nel linguaggio comune e hanno cominciato a rappresentare campi di interesse anche per il tempo libero.

Sempre più farmacie sono dotate di un settore omeopatico e le statistiche ufficiali registrano una cospicua sensibilità della popolazione italiana verso un approccio naturale alla salute.

L’efficacia della medicina naturale, da affiancare comunque sempre a quella allopatica, dovrebbe consistere nel fornire alle persone strumenti rieducativi idonei a produrre terreni favorevoli per il recupero del proprio equilibrio psico fisico, a promuovere l'autoguarigione e, così facendo, agevolare la risoluzione dei sintomi manifesti e latenti, operando efficacemente e soprattutto in tal caso a livello di prevenzione.

E' anche vero però che accanto a tale strato di popolazione ne esiste un altro volto a fare un uso spropositato di medicine. Qui la forma mentis è incentrata sulla tendenza alla soluzione immediata e il più delle volte non sempre definitiva, del sintomo . Tale atteggiamento corrisponde alle esigenze di benessere dell’individuo, ai suoi ritmi di vita sempre più frenetici, all'educazione e all' economia e messaggi provenienti dal sistema. La società occidentale è abituata, per comodità, a delegare ad un farmaco la soluzione di un malessere, facendo così il più delle volte un intervento di tipo soppressivo e non di ricerca della causa, non di assunzione della responsabilità della propria salute. E la maggior parte di queste persone non cerca un'istruzione riguardo a come mantenersi in salute perchè questo richiede tempo e un impegno maggiore di quello di ignorare una pillola o di bere una tisana. Non desiderano cambiare il loro stile di vita e per molti il disagio include alzarsi dal divano, andare a fuori a fare una passeggiata . E' faticoso smettere di bere il caffè ogni mattina o smettere di fumare o eliminare lo zucchero raffinato , le bevande gassate o il pane bianco e gli altri alimenti raffinati. Queste sono tutte cose scomode per la maggior parte delle persone. Così si va dal medico chiedendo la pillola magica che dissimulerà i loro sintomi e allevierà la responsabilità per la loro condizione di salute.

Ma questa riflessione è dopotutto valida anche nella medicina naturale, a prescindere dalla minore tossicità dei rimedi. E' essenziale l'approccio che si ha nei confronti di un rimedio, allopatico o naturale che sia. Perchè anche le erbe dovrebbero essere assunte in modo olistico per sostenere uno stile di vita sano. Le persone dovrebbero essere istruite ad accompagnare tutti i rimedi ad uno stile di vita sano. Allora si che diventano strumenti potenti e possono veramente aiutare la persona a guarire.

Condizione però, a mio avviso, affinchè le due branche della medicina, possano dialogare, è di partire dal presupposto che il paradigma alla loro base che ne spiega il funzionamento è diverso:

-nella medicina allopatica il principio è quello "molecolare" , (principio attivo dei farmaci) ;

-nella medicina non convenzionale è quello "fisico", dell"informazione elettromagnetica.

Prendere consapevolezza di questa differenza di fondo ci consentirebbe di trovare dei punti di complementarietà e collaborazione anzichè di condanna e quant'altro. Quando si accusa l'omeopatia, ad esempio, adducendo come argomentazione che oltre una certa diluizione non c'è più principio attivo....potremmo provare a chiederci se sia possibile che ci sia altro. Qualcuno e non uno qualsiasi ha spiegato e dimostrato che si tratta di un'informazione che viene rilasciata all'acqua (memoria dell'acqua; interventi di Montaigner, Emilio del Giudice, Masaru Emoto,...)

(Fonte, rivista Terra Nuova, gennaio 2010; Lezioni del prof. Corrado Bornoroni, AICTO)

Poche semplici regole per il benessere 

Per stare meglio è possibile fare molte cose, alcune materiali, come mangiare bene e fare esercizio fisico, ma tante altre sono di natura psicologica. Imparare infatti a trattarsi bene ed ad interagire positivamente con le persone che ci circondano può migliorare notevolmente la qualità della nostra vita.

Schematicamente e semplicisticamente ci sono 3 cose che se vengono vissute in modo equilibrato e sano possono cambiare la nostra vita e sono:

  • corretta alimentazione
  • movimento
  • serenità

Una corretta alimentazione: è importante mangiare cibi freschi, fonti di vitamine e minerali, e seguire una dieta ricca di fibre e antiossidanti, oltre che povera di grassi. Ma l'argomento è vasto e richiede approfondimento. (vedi alimentazione)

Fare un po' di movimento: inserire la ginnastica nella routine quotidiana, aiuterà a sentirsi meglio. Attiviamo il metabolismo e miglioriamo l'umore. L'ideale è riuscire a fare un'attività che diverte o comunque piaccia. ma ci sono anche piccoli accorgimenti per chi sostiene "di non avere mai tempo", del tipo: meglio fare le scale a piedi che prendere l’ascensore, camminare il più possibile, fare un po' di stretching la mattina e la sera.

Curare la mente, cercando di essere il più possibile rilassati. Occorre dedicare un po’ di tempo al relax e alle cose piacevoli della vita. Trovare cose , anche piccole che rendano piacevole la vita quotidiana. Fare ogni giorno qualche esercizio di rilassamento (anche solo 15 min), come una semplice respirazione lenta e profonda, usare un’apposita audiocassetta o fare yoga o massaggi. Prendersi dei momenti in cui si svuota la mente. Potrebbe essere anche una passeggiata di 20 minuti. E' importante ridurre lo stress. Si potrebbe iniziare anche tenendo un diario che aiuta a individuare la fonte di stress. Poi cercare di minimizzarlo e eliminarlo. Tutto richiede un minimo di impegno ma per stare meglio si può anche fare. Bisogna volersi bene e cercare di lavorare per avere stima di se stessi, soffermandosi sugli aspetti positivi della propria persona e non su quelli negativi. La stima di se stessi permette di affrontare meglio le difficoltà della vita. Iniziare col pensare semplicemente frasi positive, ad es. come “sono capace”, “mi amo”, sembra banale, ma funziona. Vi potete aiutare anche con alcune letture. Il fatto è che pensare in modo positivo aiuta molto. E' scientificamente dimostrato che l’ottimismo e il buon umore hanno un effetto benefico sulla salute. Dimenticare vecchi rancori che possono deprimere psicologicamente e farsi aiutare se necessario e possibile.

Ovviamente se ci curiamo e pensiamo a stare bene con noi stessi, dobbiamo poi essere in grado di esserlo con gli altri. I due aspetti sono strettamente correlati. Ma iniziare a pensare che per costruire relazioni solide, ne bastano solo alcune. Che nel rapporto con gli altri, è essenziale farsi capire: comunicare e in modo chiaro è importante in tutti i campi: una comunicazione chiara di bisogni e desideri può evitare conflitti stressanti. Dire ciò che si pensa in modo educato ed ascoltare profondamente gli altri.

ALIMENTAZIONE

E’ oramai evidente e risaputo quanto sia importante alimentarsi in maniera corretta per essere in forma e sentirsi bene. Gli errori alimentari sono evidenziati dal nostro corpo , tramite il sovrappeso, il gonfiore addominale, la dispepsia, la stitichezza, la cefalea, la ritenzione idrica , l’astenia , fino a vere e proprie malattie.

Tuttavia, l’alimentazione è innanzitutto l’indispensabile premessa biologica di tutti i processi vitali dell’organismo e in tal senso possiamo dire che il corpo dell’uomo è costituito da ciò che mangia.

Contemporaneamente la nutrizione è un fenomeno molto complesso tanto da far pensare che il cibo influenzi anche la psiche. Il cibo, alimento e nutrimento allo stesso tempo, indica tutto che si mangia per soddisfare uno bisogno non solo fisiologico, ma anche psicologico. Basta pensare a molte disfunzioni alimentari oggi conosciute che hanno come origine un distorto rapporto con il cibo, potendo essere cercato in modo compulsivo (bulimia) o totalmente rifiutato (anoressia).

Tra l’altro il cibo rappresenta una delle tre vie, insieme ad eros e creatività, a disposizione di un’area del cervello, per produrre dopamina, neurotrasmettitore responsabile della sensazione di benessere. Quando eros e creatività vengono a mancare per un’esistenza priva di stimoli interessanti, priva di affetti, la via di soddisfacimento più immediata è rappresentata dunque dall’alimentazione.

La nostra società è in sovrappeso e i chili in eccesso non sono tanto un problema estetico quanto una variabile che nel tempo può condizionare il nostro stato di salute generale. Per porvi rimedio le diete da sole non sono sufficienti, se non si affianca una trasformazione radicale delle abitudini e soprattutto dell’atteggiamento che abbiamo nei confronti del godimento della vita.

Le diete sono spesso buoni propositi che però mettono spesso in gabbia costringendo a seguire regole che finiscono per spegnere i nostri desideri, la nostra gioia e piacere di vivere, di condividere dei buoni sapori e allietare così anche il palato. Con il risultato che il nostro organismo prima o poi si vendica facendoci recuperare in poco tempo i chili persi in mesi di sacrifici.

Si può così far in modo che il consumo di cibi possa contribuire alla cura della salute sia in forma preventiva che terapeutica.

Si trovano così alimenti con singolari per le loro relazioni analogiche col corpo umano( come le mandorle somministrate dai medici cinesi per curare la tristezza, in quanto la forma di tali semi ricorda quella del polmone, organo su cui si scarica tale stato d’animo), e altri assunti per i loro principi attivi con il valore di vero farmaco naturale ( per es, l’uso del latte per favorire il sonno dato il suo alto contenuto di triptofano, sostanza che favorisce la produzione di serotonina, ormone che da’ serenità e rilassamento). Ma anche l’uso di spezie ed erbe aromatiche, dal valore alimentare farmacologico, alla base di vari trattamento naturali per disturbi comuni.

La nostra dieta quotidiana non andrebbe lasciata al caso o al solo piacere, ma regolata anche con le semplici norme di una valida alimentazione .

Possiamo sinteticamente dire che alla base di un’alimentazione corretta ci siano alcuni principi base, quali

  • suddividere la quantità degli alimenti durante la giornata rispettando questo semplice motto: colazione da re, pranzo da principe e cena da mendicante,
  • mangiare con lentezza e masticare bene,
  • alternare gli alimenti e variare, se possibile garantendo una rotazione ogni 4 giorni (ossia mangiare lo stesso alimento ogni 4 giorni. Si tratta di un metodo per evitare insorgenza di intolleranze alimentari, causate appunto dall’assunzione continua dello stesso cibo),
  • se possibile, cercare di acquistare alcuni alimenti presso negozi biologici,
  • garantirsi ogni giorno un buon apporto di frutta e verdura, che sia però di stagione,
  • la frutta va mangiata lontana dai pasti onde evitare fenomeni fermentativi e di minore assorbimento delle vitamine,
  • preferire carni bianche,
  • limitare uso di grassi (fritti, burro, pancetta, salumi..) e di dolci raffinati ,
  • usare olio a freddo,
  • mangiare cereali e legumi,
  • bere almeno 1l e mezzo al giorno.

OMEOPATIA: definizione di medicinale omeopatico

Il decreto legislativo 219/06 relativo alla regolamentazione dei farmaci, con riferimento specifico ai medicinali omeopatici, sigla la seguente definizione:

“ ai fini del presente decreto, valgono le seguenti definizioni: lettera d)- per medicinale omeopatico si intende ogni medicinale ottenuto a partire da sostanze denominate materiali di partenza omeopatici o ceppi omeopatici, secondo un processo di produzione omeopatico descritto dalla Farmacopea Europea o, in assenza di tale descrizione, dalle farmacopee utilizzate ufficialmente negli Stati membri della Comunità Europea (tedesca o francese); “un medicinale omeopatico può contenere più sostanze”

Più avanti , all’art. 16, si aggiunge: “ha un grado di diluizione tale da garantirne la sicurezza; in ogni caso il medicinale non può contenere più di una parte per diecimila di tintura madre (CH3), né più di 1/100 della più piccola dosa eventualmente utilizzata nell’allopatia per sostanze attive al cui presenza in un medicinale allopatico comporta l’obbligo di presentare una ricetta medica”

Un rimedio omeopatico deve essere diluito e dinamizzato, cioè sottoposto ad un particolare procedimento di scuotimento o successione; le materie prime provengono dal regno vegetale, animale e minerale, purchè sperimentate.

La sperimentazione omeopatica è moto diversa da quella dei farmaci convenzionali. Secondo quest’ultima, una molecola concepita in laboratorio è testata su individui malati di una certa malattia in cui si presume che la molecola in questione possa funzionare.

In omeopatia le sostanze sono testate su individui volontari sani, per valutare quali sintomi- transitori- siano in grado di indurre e, di conseguenza secondo la legge di similitudine, quali sintomi quelle sostanze potranno curare su individui malati.

Per sapere su quale quadro sintomatico sia efficace quella sostanza, si sperimenta su soggetti sani “provocando” su di loro sintomi che saranno poi quelli da curare se riscontrati nei malati. Se Belladonna è efficace su febbri violente, con forte rossore, agitazione e calore… (e tanti altri sintomi) è perché si è verificato che nella sperimentazione su volontari sani e sensibili, belladonna ha scatenato in tutto o in parte quei sintomi sui quali essa funziona.

In omeopatia non possiamo sapere a cosa serve una sostanza se non è sperimentata su individui sani

Una sostanza solo diluita ( come dice la normativa) e dinamizzata, non è necessariamente un medicinale omeopatico secondo le condizioni poste dal suo scopritore, essa deve essere anche sperimentata.

La sperimentazione che rappresenta l’aspetto scientifico dell’Omeopatia è il parametro imprescindibile per definire il rimedio omeopatico: da’ esiti ripetibili e comparabili (sostanze sperimentate da operatori diversi in luoghi diversi, portano agli stessi risultati)

Quella che dunque sembrerebbe solo una definizione dottrinale è invece supportata da fondamenti sperimentali scientifici: Hannemann che ai suoi tempi era privo di strumentazione tecnologica moderna per le sue ricerche, aveva intuito e poi fondato solide basi scientifiche grazie alla sola esperienza pratica, con la sola osservazione di esperimenti concreti e con l’ottenimento di risultati tangibili.

(Dalla rivista Il Granulo, art. di Renata Calieri)

DIFFERENZA TRA MEDICINALE OMEOPATICO E COMPLESSO OMEOPATICO

Medicinale omeopatico è una singola sostanza , tratta dal regno animale, vegetale, minerale ben identificata; che sia preparata secondo un procedimento descritto nelle farmacopee omeopatiche consistente in successive ed alternate diluizioni e successioni; che sia stata sottoposta a sperimentazione a dosi non tossiche su soggetti sani al fine di evidenziare i sintomi specifici e transitori che è in grado di indurre negli sperimentatori e di conseguenza di curare quando somministrata secondo la legge dei simili.

Un medicinale omeopatico in senso stretto è pertanto unitario cioè contenente un solo componente e commercializzato con il nome latino della pianta. Ad esempio, Arnica Montana (se dal mondo vegetale), Apis mellifica (se dal mondo animale), Natrum muriaticum ( se dal mondo minerale); sull’etichetta non sono riportate indicazioni terapeutiche.

Un medicinale omeopatico complesso contiene più componenti anch’essi derivati dal mondo animale, vegetale, minerale o si sintesi; sottoposti a diluizione e successione; non è stato tuttavia sottoposto , nella formulazione con cui è presentato, a sperimentazione secondo le regole della sperimentazione farmacologica omeopatica, anche se ciascun componente può esserlo stato; è commercializzato con nomi di fantasia o con delle sigle composte di lettere e numeri. Spesso si forniscono indicazioni terapeutiche per i singoli complessi: uno è utile per l’influenza, un altro per la tosse, un altro per i sintomi allergici, e così via.

Quindi di per sé, il medicinale omeopatico complesso non è propriamente un medicinale omeopatico. La legislazione italiana e le direttive europee danno però del medicinale omeopatico una definizione basata soltanto sulla tecnica di produzione: qualsiasi medicinale che contenga componenti sottoposti a diluizione e successione può definirsi omeopatico. Sotto questo aspetto pertanto è legittimo l’uso dell’aggettivo omeopatico nelle etichette dei complessi: è un’imprecisione conseguenza delle manchevolezze delle disposizioni legislative in materia.

Mentre l’obiettivo con il singolo medicinale omeopatico è quello di stimolare la capacità reattiva complessiva della persona e di favorire un riequilibrio delle funzioni perturbate, il trattamento con medicinali complessi tende a far sparire temporaneamente i sintomi più evidenti. In tal caso quest’ultima soluzione non corrisponde al principio clinico omeopatico peculiare, dell’individualizzazione del malato e della terapia. Il medicinale complesso viene infatti prescritto su uno schema nosologico convenzionale, con l’aiuto di Prontuari terapeutici distribuiti dalle varie ditte produttrici, ossia stessa prescrizione per tutti i pazienti, esattamente il contrario di ciò che fa il medico omeopata che arriva ad una prescrizione personalizzata al singolo paziente.

È bene chiarire tuttavia, che il medico che prescrive complessi non è un imprudente: la sua prescrizione, fatta secondo coscienza, con prudenza e diligenza, è del tutto legittima. Deve però essere chiaro che non si sta facendo una terapia omeopatica ma si sta semplicemente utilizzando più medicinali, diluiti e sottoposto a succussioni, mescolati insieme.

(Fonte: rivista Il Granulo, art. di Pietro Giulia)

LO SPORT ED I FIORI DI BACH 

Sappiamo bene quanto un corretto stile di vita, fatto oltre che di un'alimentazione equilibrata, e serenità mentale, di un buon e costante esercizio fisico, sia alla base del nostro equilibrio psico fisico.
Praticare attività sportiva, anche moderata, purché ci dia piacere, comporta una serie innumerevoli di vantaggi:
-aumenta l'afflusso di sangue, che tra le varie cose migliora anche l'aspetto della pelle (perché maggiormente vascolarizzata);
- si rafforza l'apparato cardiovascolare, respiratorio, osseo e muscolare;
- migliora il sonno, 
-diminuisce l'ansia;
- diminuisce il tasso di colesterolo;
-si regola la pressione arteriosa;
-allevia i dolori del ciclo e la stipsi, perché va ad agire sul rilassamento degli organi e tessuti interni;
- si modifica il livello di serotonina, che è il neurotrasmettitore dove vanno proprio ad agire gli antidepressivi. La serotonina si concentra al 90% nell'intestino e percentuale minore nelle piastrine e nel cervello. I neuroni che producono serotonina aumentano la loro attività con l'attivazione dei muscoli del corpo, a dimostrazione dunque che l'attività fisica aumenta la disponibilità di serotonina cerebrale. Gambe e memoria vanno dunque di pari passo, contrariamente al famoso proverbio che dice che non ha memoria ha buone gambe;
-aumentano le difese immunitarie;
- diminuisce la stanchezza, oltre al peso;
- aumenta la produzione di endorfine (sostanze responsabili del buon umore e della diminuzione del dolore);
- diminuisce lo stress;
-  aumenta una sostanza chimica (prodotta dal cervello) che aiuta i neuroni a crescere e creare connessioni. 

Ma una volta ricordato questo… vi chiederete forse: ma come c’entrano i fiori di Bach??
Osservarci con consapevolezza su come pratichiamo uno sport ci può dire tanto di noi stessi: come lo viviamo, come ci rapportiamo con gli altri e come gli altri si relazionano con noi.
I Fiori di Bach, per la loro azione delicata e priva di effetti collaterali, sono uno strumento dolce e naturale che ci sostiene in vari momenti e situazioni che possono presentarsi durante una pratica sportiva, quali a titolo di esempio: 
•    mancanza di concentrazione,
•    stress prima di una gara, 
•    stanchezza psico fisica,
•    eccessiva rigidità con sé stessi, 
•    eccessiva criticità verso gli altri,
•    insicurezza e paura, …. 

Allenarsi da soli o in una squadra ci pone di fronte a varie problematiche legate sia al carattere che alle emozioni che prevalgono in ognuno di noi, soprattutto in alcune circostanze. La floriterapia agisce a livello emozionale, aiutandoci a riarmonizzarci. Quanti problemi sorgono quando non riusciamo a controllare le nostre emozioni e facciamo prevalere le più forti e negative? In una visione olistica del benessere, invece, la nostra serenità e dunque il nostro equilibrio psichico riveste un'importanza quanto la cura del nostro fisico e del nostro spirito. Tutti e tre questi aspetti contribuiscono insieme al raggiungimento del nostro equilibrio psico-fisico.
 

Facciamo qualche esempio:


INSICUREZZA : 


Larch : per una persona che teme di non farcela, perché insicura e scettica rispetto alle proprie capacità e valore, Larch (Larice) è il fiore che maggiormente le si addice. E' il rimedio dunque di chi si aspetta il fallimento perché si sente inferiore agli altri, di chi ha paura del nuovo e non rischia in nessuna situazione per timore di non essere adeguato. La frase tipica di queste persone è spesso : "Non ce la farò mai". Oltre ad uno stato ansioso, questa condizione comporta spesso problematiche muscolo scheletriche e per questo motivo gli sportivi, sia per le prove continue cui sono sottoposti, sia per le algie muscolari, traggono beneficio dall'assunzione di questo fiore.

STANCHEZZA PSICO FISICA:  

Olive : conosciamo tutti la forza di quest’albero e la resistenza delle sue radici: Bach l’ha infatti scelto per ridare energia nei casi di stanchezza psicofisica. 

Oak: è il rimedio della stanchezza dovuta ad un eccessivo senso del dovere che non permettere di riconoscere il momento di fermarsi e riposare e che conduce perciò a uno stato di fatica cronica. Queste persone hanno la tendenza a lottare contro le difficoltà fino allo stremo delle forze, non si rendono conto che l’organismo dà cenni di stanchezza, perché hanno difficoltà a percepire i segnali di allarme, perdendo di vista i bisogni della propria anima. Così finiscono con il fare tutto meccanicamente, e poco a poco si svuotano e crollano. Oak insegna ad accettare i propri limiti, mettendo in una condizione di ascolto dei messaggi inviati dal proprio corpo.

Elm: È un rimedio della stanchezza momentanea che colpisce chi si è caricato di impegni eccessivi, che vanno oltre le proprie forze.aiuta a recuperare la fiducia in se stessi e a superare la stanchezza dovuta a sovraccarico di responsabilità. 

RIGIDITA’:

 
Rock Water: acqua di roccia. Qui siamo di fronte ad un rimedio tipico di personalità rigide dove la somatizzazione dominante è a livello osteomuscolare. Siamo di fronte a persone controllate indipendenti, organizzate, poco affettuose.
La durezza di carattere è spiegata dalla necessità costante di avvicinarsi ad un modello di perfezione, coerenza con i principi, controllo della propria vita. Nello sport? Potrebbe trattarsi, appunto, del perfezionista, con se stesso e gli altri. L’immagine qui sopra riportata lo illustra molto bene. E’ la tipica persona che non molla mai, si alza sempre presto per allenarsi oppure non salta un allenamento, che segue una dieta ferrea…che cerca appunto la perfezione! 
Il fiore aiuterà ad acquisire una certa flessibilità, accettando le proprie imperfezioni, riconoscendo i propri bisogni e col tempo diventare amorevole e compassionevole per gli aspetti “più fragili”.

 

ECCESSIVA CRITICITA’ VERSO GLI ALTRI’:


Beech: Intolleranza e critica per tutto ciò che è percepito diverso. Nell’ambito sportivo, non si fa fatica ad individuare tale caratteristiche in un contesto di sport di gruppo, di squadra dove emerge una persona che ha sempre da ridire su tutto e tutti: come fanno quello sport, dove sbagliano…..Qui la rigidità si produce soprattutto negli arti superiori, con artriti ed tendiniti e articolazione temporo mandibolare dolente.  Ma in equilibrio, la tipologia Beech, ha una grande virtù: la capacità di giudizio, potendo essere un buon terapeuta e diagnosta.

Gli animali, le emozioni ed i Fiori di Bach

Esiste un linguaggio comune tra gli uomini e gli animali ed è quello delle EMOZIONI , che ci permette di relazionarci ed interagire in maniera profonda ed empatica con loro. Decifrare questo linguaggio ci consente di amarli meglio e di imparare, sopratutto, di riflesso, a capire ed amare più noi stessi. Nel momento, infatti, in cui scegliamo di far entrare un animale nella nostra vita, proiettiamo su di esso il nostro vissuto interiore di quel momento. Le nostre vicissitudini interiori le vive così anche l'animale che ci è accanto.

Ciò che consente, dunque, di relazionarci con loro non è il nostro emisfero maschile (sinistro) del cervello, quello che utilizziamo prevalentemente nella quotidianità, quello razionale ed analitico. Non ci possiamo, infatti, aspettare che capiscano la complessità dei nostri discorsi, o convincerli delle nostre ragioni ; piuttosto, dobbiamo utilizzare l'altro emisfero, quello legato all'istinto , alle emozioni: gli animali sentono la forza emozionale e l'intenzione dietro l'espressione verbale. Vivono "nel qui ed ora", seguono l'istinto con il loro ruolo di predatore o preda, a seconda della tipologia di animali e del carattere che li rende unici con le loro modalità. Sta a noi percepire le loro emozioni perché, come accade per noi umani, quando non stanno bene a livello emozionale, non stanno bene neanche a livello fisico.

E' dunque possibile CAPIRE l'animale tramite:

- un'osservazione attenta ed obiettiva;

- una valutazione dell'ambiente casalingo o in cui vive;

- il rapporto tra lui e noi (spesso l'animale manifesta lo schema emotivo "inconscio" del padrone);

- le interazioni con i suoi simili con i quali entra in contatto.

Sulla base di queste valutazioni, dobbiamo arrivare a trovare un "nucleo centrale comportamentale ", una debolezza che causa il "disagio emotivo".

Su tale punto e a tale livello, possiamo intervenire con la Floriterapia.

I Fiori di Bach agiscono a livello EMOZIONALE. Tuttavia, è bene tener presente o rammentare che l'uso dei fiori permette di riequilibrare gli stati emotivi alterati, senza però stravolgere il loro carattere, che quello rimane. Possiamo, perciò, andare a lavorare sull'eccesso o sulla mancanza: sullo squilibrio.

Gli animali possono essere, come le persone, grandi maestri per noi. Attraverso le loro disarmonie e squilibri, emozionali e fisici, abbiamo la possibilità di accorgerci che ci stanno mostrando qualcosa che ci riguarda. L'animale (così come l'uomo) è uno SPECCHIO di ciò che è presente nel nostro mondo interiore, che ne siamo consapevoli o no. Così possiamo vivere questo viaggio accanto a loro con la consapevolezza che abbiamo un'occasione unica di crescita personale, ma anche e dunque una buona dose di responsabilità nella loro guarigione!

ENERGIA E BENESSERE: la PRANO

ll termine ENERGIA si presta ad un ampia gamma di significati potendo, nell'immaginario di ognuno, assumere un senso specifico: dal concetto fisico di energia cinetica, elettromagnetica,… a quello biologico di ATP (Adenosina trifosfato), fino al senso più semplice che attribuiamo a volte quando diciamo di sentire un disagio o uno stato di benessere (energia positiva o negativa) in presenza di alcune persone o luoghi.

Ma in una visione olistica della salute, dove lo stato di benessere di un individuo si manifesta tramite un equilibrio tra corpo, mente e spirito, il concetto di energia assume una connotazione più precisa.

Le antiche tradizioni ne parlano da sempre, da quella spirituale indiana che si riferisce al termine "prana" (da pra: unità fondamentale e na: energia) per indicare l'energia unitaria fondamentale della vita, alla tradizione cinese che parla di Qi per indicare l'energia vitale che pervade tutta la materia, fino alla tradizione ayurvedica e così via.

Tutto, dalla terra agli individui, in effetti, possiede un suo campo energetico, elettromagnetico, che interagisce con tutto e tutti. Ma se siamo esseri di energia possiamo anche essere profondamente influenzati dall'energia. Questo può avvenire in modo negativo, quando, ad esempio, si creano le tante interferenze provenienti da fonti elettromagnetiche esterne, prodotte dal progresso dell'uomo, o positivo, nella misura in cui utilizziamo tecniche che consentono di riequilibrare la persona.

La prano-pratica è un esempio di trattamento di riequilibrio energetico che, tramite alcune tecniche basate sull'imposizione delle mani, fa si che un operatore, fungendo da semplice canale, aiuti un individuo a ristabilire gradualmente uno stato di benessere psico fisico.

L'operatore di trattamenti energetici, nello specifico, agisce tramite il prana contribuendo a sbloccare l'energia vitale e psichica della persona che per vari motivi è bloccata e dunque responsabile di disagi. La prano-pratica ricrea la vibrazione di autoguarigione, potendo affiancarsi, ovviamente, a trattamenti medici adeguati, ove necessari.

Oggi grazie ai principi della fisica quantistica, alle innumerevoli scoperte in tale campo, non da ultimo quelle relative alle memoria dell’acqua, abbiamo a disposizione, rispetto al passato, una chiave di lettura più scientifica del funzionamento sia di tale tecnica che di molti rimedi cosiddetti “vibrazionali”, quali, ad esempio, i rimedi omeopatici, le essenze floreali, i gemmoterapici, gli olii essenziali.

La Fisica Quantistica e gli interventi terapeutici vibrazionali

La scienza occidentale ha per lungo tempo ignorato le descrizioni delle componenti eteriche della fisiologia perchè la loro esistenza non poteva essere documentata da dati anatomici. Solo ora si inizia a fornire le prime conferme dell’esistenza di strutture di energia sottile e della loro influenza sul comportamento fisiologico dei sistemi cellulari.

L'attuale sviluppo della fisica quantistica, in particolare, ci permette oggi di dare una spiegazione a numerose antiche pratiche che da sempre l'umanità ha utilizzato per avvicinarsi alla dimensione energetico spirituale dell'uomo, cercando di dare il giusto valore a fattori, quali quelli psichici, emotivi, energetici, come primum movens responsabili dello squilibrio di un organo. [1]

Accogliere ed integrare queste altre discipline permette di considerare l’essere umano in maniera più ampia, come qualcosa che sia molto più del tessuto, sangue, proteine, grassi e acidi nucleici. Il corpo sarebbe, infatti, un insieme di elementi chimici disordinati se non fosse per una forza vitale che organizza i nostri costituenti molecolari in organismi viventi, respiranti, pensanti e che è parte dello spirito che anima tutte le creature viventi.

La fisica dei quanti e gli esperimenti della fisica delle particelle ad alta energia, in particolare, ci hanno mostrato che a livello delle particelle tutta la materia è realmente energia. I fisici quantistici hanno scoperto che gli atomi sono formati da vortici di energia in costante vibrazione e rotazione. Ogni atomo è come una trottola in rotazione che oscilla ed emette energia. Dato che ogni atomo ha una sua specifica configurazione energetica (oscillazione), gli aggregati di atomi (molecole) emettono collettivamente modelli energetici che li identificano. Ciò significa che qualunque struttura fisica nell’Universo, compresi noi, irradia una specifica configurazione energetica.

E' stato inoltre dimostrato che gli atomi sono composti da un nucleo, formato da protoni e neutroni, e circondati da elettroni. Ogni protone è a sua volta costituito da 3 quark e, secondo la teoria delle superstringhe[2], ogni quark è formato da microscopici filamenti in vibrazione con diversi valori di tensione. Le stringhe sono le componenti ultime della materia e differiscono tra loro solo per il modo in cui vibrano: è la VIBRAZIONE che determina se corrispondono ad un quark, un fotone o un elettrone e con tali vibrazioni l'Universo risuona come una specie di sinfonia cosmica

Agli inizi del secolo scorso la fisica quantistica, studiando la struttura e il comportamento degli atomi, ha scoperto che gli elettroni che "orbitano" attorno al nucleo di un atomo hanno una natura ambivalente: corpuscolare ed ondulatoria. Se infatti vogliamo studiare la velocità con cui gli elettroni ruotano intorno al nucleo, essi non sono più rintracciabili come particelle, non sappiamo più localizzarli, ma vengono percepiti dagli strumenti di misura come onde energetiche, di cui possiamo calcolare la frequenza e la lunghezza. Se invece ci interessa conoscere la posizione degli elettroni rispetto al nucleo, improvvisamente la loro natura ondulatoria scompare e si comportano come particelle di materia. La medicina che ne è seguita ha tentato di trasformare la visione newtoniana di biomeccanismo in una prospettiva di sistemi energetici dinamici interattivi, per la quale, se siamo esseri di energia, possiamo allora essere influenzati dall’energia. Tale concetto, applicato alla medicina vibrazionale (ossia alla branca della medicina che utilizza rimedi vibrazionali), considera, dunque, gli esseri umani come reti di campi energetici che interfacciano con sistemi fisico cellulari.

Quando si inizia a pensare alle persone come ad esseri spirituali multidimensionali fatti di luce, si comincia anche a comprendere i potenti effetti degli interventi terapeutici vibrazionali. Tale tipologia di interventi somministra specifici quanti di energia sottile per promuovere il benessere attraverso il riallineamento del complesso mente-corpo-spirito.

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[1] Gaetano Conforto, Fisica della guarigione

[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Teoria_delle_superstringhe. La struttura dell’atomo, sempre secondo la quantistica, corrisponde ad uno spazio vuoto, dove la materia è contemporaneamente definita un qualcosa di solido (particella) ed un campo di forza immateriale (onda) [2]e dove gli elettroni si comportano come la luce, che a sua volta si identifica sia come flusso di particelle (quanti di luce o fotoni) sia come onda elettromagnetica. In pratica, quando si studiano le proprietà fisiche degli atomi, come la massa ed il peso, gli atomi sembrano materiali, ossia si comportano come se lo fossero, mentre, quando gli stessi atomi vengono descritti in termini di potenziale elettrico e di lunghezza di onda, essi rivelano le caratteristiche e le proprietà dell’energia (onde).

I RIMEDI VIBRAZIONALI

“Se si riuscisse a mettere la medicina energetica dentro una pasticca, state sicuri che l'industria farmaceutica ci si getterebbe a corpo morto" Bruce Lipton

I rimedi vibrazionali (fiori di Bach, rimedi omeopatici, oli essenziali, gemmoderivati,..) sono rimedi basati sull'utilizzo delle energie sottili.

Sono terapie informazionali basate sullo scambio di informazioni a livello subatomico, basate su un meccanismo di azione simile, ossia sull'emissione di onde elettromagnetiche ( che riflettono lo spettro elettromagnetico di quel rimedio) e che entrando in risonanza (dal latino resonare, ossia ripercorrere un suono, fenomeno appartenente alla fisica acustica per descrivere la diffusione delle onde sonore, ma applicabile a qualunque sistema . In biologia si parla di biorisonanza) con un organo o sistema temporaneamente squilibrato dal punto di vista delle sue vibrazioni, del suo equilibrio energetico, lo riportano nel giusto assetto. La frequenza di ogni rimedio si sintonizzerà con l'organo o sistema energeticamente affine che per qualche ragione ha alterato le proprie vibrazioni riportandolo alla sua naturale frequenza.

Per poter parlare di rimedi che agiscono tramite l'energia occorre però abbracciare l'idea che tutto è energia. A tale scopo occorre richiamare le tradizioni che ci hanno tramandato una medicina energetica che vedeva l'uomo come un essere multidimensionale, fatto di corpo, ma anche di spirito e mente. Ho illustrato la dimensione energetica dell'uomo, tramite le conoscenze della tradizione soprattutto indiana, descrivendo i chakra quali trasformatori dell'energia in entrata ed uscita dal corpo umano, centraline che convogliano l'energia dall'esterno e la portano all'interno e dove tramite le nadi (canali energetici virtuali, corrispondenti ai meridiani della MTC) che convogliano l'energia ai corpi sottili o strati aurici, arrivano al corpo. sono infatti collegati al fisico tramite ghiandole e organi.

Ma non solo l'uomo, tutto è energia e vibrazione.

Tutto vibra e i fisici quantistici descrivono l'universo come una danza cosmica di vibrazioni.

Tutto è energia perchè gli atomi sono trottole in oscillazione continua e oscillando hanno una propria vibrazione e configurazione energetica. Dato che gli atomi formano le molecole, le molecole avranno una data configurazione energetica e così ogni struttura fisica.

Un tessuto sano ed uno malato hanno ognuno una propria configurazione e questo ce lo dimostrano anche le applicazioni recenti della medicina che nonostante non abbia ancora accettato l'idea dell'energia come informazione biologica, la utilizza soprattutto tramite le tecniche di scansione non invasive, come la risonanza magnetica dove appunto viene letta la differenza tra un campo magnetico di un tessuto sano da uno malato.

Nella visione energetica dunque la salute esiste quando l'energia scorre in modo fluido. Quando si creano blocchi ecco che appare la patologia. In tal caso le cellule non lavorano in modo corretto perchè gli viene a mancare la corrispondente informazione: lo spettro frequenziale. La guarigione avviene con il ripristino della polarità normale tramite la rimessa in moto di un processo di trasformazione che con la patologia è interrotto. Il carattere perturbatorio di frequenze perturbatrici è dato dalla loro rigidità, coerenza e mancata trasformazione. Nello stato patologico tutto è rallentato. Ma secondo la medicina energetica, prima che un malessere raggiunga il fisico, è a livello sottile, lì dove i rimedi possono andare ad agire che il più delle volte inizia qualcosa, a livello emozionale, mentale, di relazione con gli altri.

LA MEMORIA DELL'ACQUA

Fu l’immunologo francese Jacques Benveniste a pubblicare nel 1988, sulla prestigiosa rivista internazionale “Nature”, i risultati di rivoluzionari esperimenti che dimostravano come l’acqua fosse capace di mantenere una memoria/informazione di sostanze in essa disciolte o diluite; tali risultati non solo avrebbero potuto fornire una base scientifica ai principi della medicina omeopatica ma, soprattutto, avrebbero scardinato consolidate conoscenze di fisica, chimica e medicina.

Nonostante le reazioni scettiche della comunità scientifica, le ricerche iniziate da Benveniste e dai gruppi da lui capitanati proseguirono, incoraggiate dalla curiosità e la voglia di approfondire sia di scienziati italiani che di personalità illustri del mondo della scienza (quali il premio Nobel Luc Montagnier).

Da tali studi e ricerche si è dedotto che:

1) l'acqua agisce come un recettore, essendo in grado di ricevere le frequenze d'onda e di memorizzarle (memoria);

2) l'acqua agisce come trasmettitore, trasmettendo le frequenze delle onde memorizzate (informazione).

Queste caratteristiche biofisiche, chimiche ed elettro-magnetiche dell’acqua sono state messe in evidenza da esperimenti indipendenti l’uno dall’altro, che confermano il contributo di Beneviste.

Fu Luc Montagnier, Premio Nobel per la medicina, a confermare l’emissione di onde a bassa frequenza in alcune diluizioni di filtrati provenienti da colture di microorganismi (virus, batteri) o dal plasma umano infettato dagli stessi agenti patogeni.

Essendo la dimensione delle strutture che generano le onde a bassa frequenza molto piccole, ciò ha giustificato la loro denominazione di “nanostrutture”.

Gli studi seguenti fecero presupporre a Montagnier e ai suoi collaboratori come potesse essere l’organizzazione dell’acqua a spiegare tutto. L’acqua non solo è in grado di interagire con le molecole disciolte in essa, stabilizzandole, ma le stesse molecole di acqua possono formare aggregati .

Fu poi Emilio del Giudice, scienziato di fama internazionale, e il suo gruppo di lavoro, a proporre e mostrare come l’acqua potesse organizzarsi in domini di coerenza, con la dimensione di nanostrutture ed in grado di autorigenerarsi e mantenersi con l’emissione di onde elettromagnetiche.

Emilio del Giudice capì come l’acqua, che è il miglior solvente universale, fosse in grado di memorizzare le informazioni ricevute dai soluti con i quali entrava a contatto, aggregandoli in gruppi di molecole chiamate ”bioclusters” (domini di acqua corrente dotate di un proprio Campo Elettro Magnetico) attraverso il quale avviene un continuo scambio di informazione.

Emilio dal Giudice condusse, assieme a Giuliano Preparata, le ricerche sul fenomeno della memoria dell’acqua .

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Tutti i rimedi vibrazionali hanno un meccanismo di azione comune. Emettono tutti onde elettromagnetiche che rispecchiano lo spettro elettromagnetico di quel rimedio. L'energia che emettono è un'energia debole ma la cui coerenza, data la specificità del messaggio, è molto forte.

Fotoni e recettori sono i protagonisti di questa azione a livello atomico quantistico.

I fotoni, che sono la componente corpuscolare della luce, sono i quanti della luce ( dato che secondo i fisici quantistici, la luce, come gli elettroni hanno una duplice natura, corpuscolare e ondulatoria) agiscono sui recettori, cambiando la configurazione degli stessi e avviando una catena non lineare di molecole effettori, messaggeri che comporta un serie di effetti clinici . In partiolare, agiscono a livello dei siti attivi dei recettori, ossia sui ponti idrogeno.

I ponti idrogeno sono uno dei vari tipi di legami non covalenti che tengono insieme ad es. le molecole di acqua e che possono essere rotti solo dalle energie fisiche deboli le quali a loro volta non sono in grado di rompere legami covalenti, quelli che legano gli atomi tra di loro e dove l'energia richiesta è di 20 volte maggiore rispetto a quella necessaria per rompere i ponti idrogeno. L'incontro tra il fotone e ponte idrogeno è molto precisa perchè solo i fotoni con una certa lunghezza di onda vanno ad interagire con i ponti con un determinato angolo. E questo avviene in virtù del fenomeno della RISONANZA.

I ponti idrogeno hanno al loro interno uno spazio vuoto dove memorizzano l'informazione della sostanza con cui sono venuti a contatto e si rompono e si riformano continuamente trasferendo velocemente l'informazione. così facendo le molecole d'acqua rispondono con un linguaggio figurativo. Masaru Emoto con una particolare tecnica ha fotografato i cristalli congelati.

L'acqua dunque memorizza l'informazione. ed è il principio alla base dell'omeopatia che dopo la 12 diluizione non c'è più molecola ma solo un messaggio di natura elettromagnetica, un segnale, un'informazione. Si parla di TFF: trasferimento farmacologico frequenziale dove con un amplificatore di frequenza, un entrata ed un’ uscita, all'entrata è posto il medicinale e in uscita l'acqua. Si stimola con una certa frequenza il medicinale che trasmette amplificate le informazioni all'acqua, che diventa un'acqua informata.

Nel 2009, un'equipe italo francese continua gli studi sulla memoria dell'acqua ed il ruolo del DNA e arriva a dimostrare la capacità dell'acqua di memorizzare i segnali elettromagnetici inviati dal DNA. Da qui si discute delle potenzialità sia come cura (usando l'acqua informata, priva di effetti collaterali perchè priva delle molecole) sia come diagnosi, dato che l'acqua biologica potrebbe aver memorizzato le informazioni che arrivano dal DNA che rispecchiano lo stato di salute delle cellule.

Le onde elettromagnetiche del DNA

Il Premio Nobel spiega la medicina del futuro

L’acqua è in grado di memorizzare l’impronta elettromagnetica della sequenza di DNA. Ma non solo: gli scienziati hanno dimostrato che è possibile ricreare a distanza di migliaia di chilometri la stessa sequenza di DNA a partire dall'acqua informatizzata. Le implicazioni sono enormi: da un parte si evince il potere curativo dell’acqua di immagazzinare e rilasciare informazioni elettromagnetiche e dall'altra l’idea che il teletrasporto da un posto all'altro un giorno potrebbe diventare realtà.

Luc Montagnier è stato medico, biologo e virologo francese, uno dei più famosi scienziati del nostro tempo per i suoi studi sull'HIV e la memoria dell’acqua. Ha vinto il Premio Nobel per la medicina nel 2008.

Durante le sue ricerche, Montagnier ha scoperto che le sequenze di DNA disciolte in acqua provocano segnali elettromagnetici emessi ad alte diluizioni e che la sequenza del DNA stesso può essere ricostituita a partire dal segnale elettromagnetico!

Luc Montagnier racconta che la storia è iniziata 10 anni prima quando nonostante avesse filtrato diversi batteri senza lasciare alcuna traccia di DNA in una soluzione, accadeva che il batteri si ricostituiva regolarmente senza alcuna spiegazione. Questo ha segnato l’inizio di una lunga serie di ricerche su come il DNA si comporta nell'acqua, che ha portato alla scoperta che il DNA del batterio stava emettendo onde elettromagnetiche a bassa frequenza in alcune soluzioni di filtrato diluite in acqua, e questa proprietà fu presto estesa ad altri DNA batterici e virali.

Le onde elettromagnetiche del DNA

In sintesi, i segnali elettromagnetici (EM) a frequenza ultra-bassa (500-3000 Hz) sono stati rilevati in alcune diluizioni del filtrato da colture di microrganismi (virus, batteri) o dal plasma di esseri umani infettati con gli stessi agenti.

Due provette adiacenti, e fisicamente separate, sono state collocate all'interno di una bobina di rame e sottoposte ad un debole campo elettromagnetico di 7 hertz (risonanza Schumann circa 7.83 Hz) e isolate dai campi magnetico esterni per evitare interferenze. Una provetta contiene un frammento di DNA sottoposto a diversi cicli di diluizione e succussione, e la seconda provetta contiene acqua pura distillata. Dopo 18 ore a temperatura ambiente, si osserva che entrambe le provette emettono lo segnale elettromagnetico! Inoltre entrambi i campioni vengono sottoposti ad un metodo di routine usato per ricostruire tracce di DNA, utilizzando degli enzimi e le basi azotate, innescando una reazione a catena, detta polimerasi (PCR). Dopo 20 ore, il frammento di DNA è stato recuperato in entrambe le provette, anche se una conteneva solamente acqua distillata!

Da notare che il trasferimento di segnali elettromagnetici non è stato raggiunto quando il tempo di esposizione è stato inferiore a 16 ore, o quando la bobina schermante era assente, oppure quando il generatore di campo magnetico aveva una frequenza inferiore a 7 Hz.

Riportare in vita e teletrasportare un batterio dai suoi segnali elettromagnetici?

L’esperimento è stato ripetuto anche in una modalità diversa. Il team di scienziati di Montagnier hanno registrato i segnali elettromagnetici della sequenza di DNA, li hanno memorizzati su un computer per poi comunicarli ad un laboratorio di ricerca in Italia a più di mille chilometri di distanza. Gli studiosi italiani, guidati dal Prof. Vitiello, hanno trasmesso questi segnali ad una provetta contenente solamente acqua distillata per alcune ore. Poi hanno preso le basi azotate e la polimerasi e li hanno messi nella provetta. Il risultato è stato stupefacente: dal nulla si è ricreata la sequenza di DNA originaria degli scienziati in Francia!

L’esperimento è stato altamente riproducibile, 12 volte su 12, anche con DNA di batteri diversi. Questo conferma la validità scientifica della scoperta.

Il commento del fisico italiano Emilio del Giudice.

Emilio del Giudice, è fisico teorico, ricercatore INFN a Milano, membro dell’International Institute of Biophysics di Neuss in Germania. Ha lavorato presso il MIT di Cambridge, USA e presso il Niels Bohr Institute di Copenhagen. E’ autore di numerosissimi articoli scientifici sulla teoria quantistica dei campi, e lo studio delle proprietà collettive della materia. E’ insomma un’orgoglio italiano nel mondo.

“Capire queste cose potrà permettere di dare origine ad una nuova industria chimica non inquinante, che si ispiri al caso biologico, in cui le molecole interagiscono in maniera precisa tra di loro senza generare composti a caso, e cioè in maniera altamente efficiente, a basso consumo energetico, e senza generare rifiuti inquinanti…”

Secondo Montagnier e i suoi collaboratori, questi studi potranno essere la base per la medicina del futuro curare alcune malattie come l’autismo e varie malattie neuro degenerative come la fatica cronica e la sclerosi multipla, con un diverso approccio farmacologico. Inoltre si potranno creare dei medicinali ad hoc generando campi elettromagnetici attraverso il proprio smartphone per esempio. L’acqua si comporta esattamente come un nastro magnetizzato che conserva l’impronta magnetica di virus contenuti in precedenza, anche quando questi sono stati cancellati e trasmette un messaggio di natura magnetica, che è ancora in grado di essere riprodotto. Viceversa possiamo usarla per imprimergli le frequenze dei medicinali così da avere un effetto curativo nell'organismo.

Questi studi inoltre dimostrano l’efficacia dell’omeopatia basata appunto su altissime diluizioni e successive succussioni di sostanze naturali ad altissimo valore curativo. Ne abbiamo parlato in Studi scientifici dimostrano l’efficacia dei rimedi omeopatici.

Fonte: https://www.dionidream.com/dna-acqua-montagnier/

LA MUSICA E L'AZIONE DEL SUONO 

L’effetto della musica sull’uomo è noto sin dall’antichità.

Nell’antica Grecia e nell’antica Roma, casi psichiatrici di vario genere venivano trattati con il canto. Anche la medicina araba, che per prima introdusse negli ospedali psichiatrici la musica, la utilizzava dal VIII secolo per i disturbi mentali.

Sin dal Rinascimento veniva consigliata nel trattamento della melancolia : il pittore fiammingo Hugo van del Goes (1440- 1482), venne curato con la musica. La stessa terapia seguì Filippo V di Spagna, in questo caso con il canto del castrato Farinelli.

La musica è uno dei pochissimi mezzi in grado di sollecitare tutte le sfere dell’esperienza umana: da quella corporea, basti pensare al ballo, a quella emozionale, relazionale, fino alla sfera cognitiva fino al livello transpersonale.

Nell’ambito delle discipline olistiche, una menzione merita la musicoterapia , disciplina che sta sempre più comprovando, attraverso studi scientifici, come l’utilizzo del suono all’interno di una relazione terapeutica possa apportare al paziente benefici sul piano fisico, psicologico, sociale e spirituale.

In una prospettiva esistenziale, in un percorso psicoterapeutico, trattandosi di un intervento basato sul non verbale, la musicoterapia , tramite l’ascolto o la produzione, ha un effetto profondo, bypassa le funzioni cognitive e facilita le persone ad entrare in contatto con emozioni, sensazioni, di cui non ha consapevolezza abitualmente.

Ma il suono è molto altro.

L’essere umano è infatti immerso continuamente in un ambiente sonoro. Tutto ciò che noi possiamo udire (e non solo) è generato da vibrazioni ed il suono sono onde che entrano in risonanza con ciò che raggiungono e come tutte le onde la loro frequenza o vibrazione ha un determinato effetto.

Le onde sonore, modificano, infatti, le nostre caratteristiche corporee quali: la respirazione, il battito del cuore, la sudorazione, le onde cerebrali e la risposta neuro-endocrina, stimolando l’equilibrio ed il rilassamento della mente e del corpo.

Studi che si sono serviti dell'elettroencefalogramma hanno mostrato un' evidente correlazione tra lo stimolo che proviene dall'esterno e le onde cerebrali del soggetto in esame. Inizialmente, le ricerche in questo campo utilizzavano soprattutto la luce; poi, si e' passati ai suoni ed alle stimolazioni elettromagnetiche. Cio' che si e' osservato e' che se il cervello viene sottoposto ad impulsi (visivi, sonori o elettrici) di una certa frequenza, la sua naturale tendenza e' quella di sintonizzarsi. Il fenomeno e' detto 'risposta in frequenza'. Per esempio, se l'attivita' cerebrale di un soggetto e' nella banda delle onde beta (quindi, nello stato di veglia) e il soggetto viene sottoposto per un certo periodo a uno stimolo di 10 Hz (onde alfa), il suo cervello tende a modificare la sua attivita' in direzione dello stimolo ricevuto.

Il soggetto passa dunque ad uno stato di rilassamento proprio delle onde alfa.

 440Hz O 432Hz ? IL SUONO E LE SUE FREQUENZE

Il suono viene percepito dalle nostre orecchie ( e non solo) tramite le frequenze.

L’unità di misura delle frequenze internazionalmente riconosciuta è l’hertz (Hz). Una delle caratteristiche del suono è l’intonazione, che si basa sulla differenza tra un suono e un suono di riferimento. Questo processo è necessario nel momento in cui si accorda uno strumento. Quando entrambi i suoni si trovano sulla stessa frequenza, lo strumento è accordato correttamente. Se il suono emesso ha una frequenza più bassa o più alta , allora si parla di stonatura. Nel sistema musicale standard universalmente riconosciuto la nota La in ottava centrale, in pratica la nota che si prende come riferimento per accordare uno strumento, corrisponde a 440 hz. Praticamente tutta la musica che ascoltiamo oggi, salvo rarissime eccezioni, si basa su questa intonazione.

L’unità di misura di 440 Hz, però, non è sempre stata tale. Nel passato l’intonazione variava in base al paese d’appartenenza o al genere musicale eseguito.

Il governo francese decise di normalizzare la frequenza a 435 Hz, decisione da cui scaturirono diversi dibattiti portati avanti anche da esponenti eccelsi della musica italiana, tra i quali Giuseppe Verdi. Quest’ultimo si impegnò affinché la misura fosse regolata ai 432 Hz, sostenendo che la differenza fosse quasi impercettibile all’orecchio e per nulla influente sulla sonorità o esecuzione, ma rendendosi conto di quanto questa misura desse al suono qualcosa di più nobile e maestoso. Fu poi l’Inghilterra ad aumentare il livello della frequenza fino a 439 Hz, sistema che fu poi adottato dall’America nel 1920. Finché nel settembre 1938, alla vigilia della Seconda Guerra Mondiale, la Commissione Acustica della Radio di Berlino ottenne di organizzare un congresso a Londra per adottare internazionalmente l’intonazione a 440 Hz della radio tedesca. Questa decisione fu promossa e portata avanti dal ministro della propaganda nazista, che proclamò la nuova intonazione come ufficiale germanica. Nel 1971 questa misura divenne standard praticamente ovunque, nonostante le innumerevoli proteste dei musicisti e un referendum che chiedeva 432 Hz.

L’accordatura a 432 Hz è chiamata accordatura aurea proprio perché si rifà alla proporzione aurea, una scala numerica che si trova alla base dell’intera natura. È un’intonazione significativamente più vicina a quella naturale della voce, regala molte più armoniche e per questo ha diversi effetti benefici.

Mozart, Pink Floyd (nel testo The dark side of the moon), solo per citare due esempi, hanno utilizzato tale frequenza

EPIGENETICA E DNA

Da un'intervista di Barbara Stahura a Bruce Lipton sui concetti di Epigenetica e DNA (https://www.gruppomacro.com/blog/nuove-scienze/epigenetica_lipton), ispirata al libro: LA BIOLOGIA DELLE CREDENZE - Come il pensiero influenza il DNA e ogni cellula.

Bruce Lipton Ph.D. è un'autorità mondiale per quanto concerne i legami tra scienza e comportamento.

Biologo cellulare, ha insegnato Biologia Cellulare presso la facoltà di Medicina dell'Università del Wisconsin e si è dedicato in seguito a ricerche pionieristiche alla School of Medicine della Stanford University.

È stato ospite di decine di programmi radiotelevisivi ed è un conferenziere di primo piano. Le sue rivoluzionarie ricerche sulla membrana cellulare hanno precorso la nuova scienza dell'epigenetica e hanno fatto di Lipton una delle voci più note della nuova biologia.

Durante il periodo in cui Bruce Lipton, Ph.D, lavorava come ricercatore e professore alla scuola di medicina, fece una sorprendente scoperta sui meccanismi biologici attraverso i quali le cellule ricevono ed elaborano le informazioni: infatti, piuttosto che controllarci, i nostri geni sono controllati, sono sotto il controllo di influenze ambientali al di fuori delle cellule, inclusi i pensieri e le nostre credenze.

Questo prova che non siamo degli "automi genetici" vittimizzati dalle eredità biologiche dei nostri antenati. Siamo, invece, i co-creatori della nostra vita e della nostra biologia. Lipton descrive questa nuova scienza, chiamata epigenetica, nel suo libro "Biologia delle Credenze: Liberare il Potere della Consapevolezza, della Materia e dei Miracoli").

Fino alla scoperta dell'epigenetica, si credeva che il nucleo di una cellula, contenente il DNA, fosse il "cervello" della cellula stessa, del tutto necessario per il suo funzionamento. Di fatto, come hanno scoperto Lipton ed altri, le cellule possono vivere e funzionare molto bene anche dopo che i loro nuclei siano stati asportati. Il vero "cervello" della cellula è la sua membrana, che reagisce e risponde alle influenze esterne, adattandosi dinamicamente ad un ambiente in perpetuo cambiamento. Che cosa significa questo per noi, quali collezioni di cellule chiamati esseri umani? Man mano che incrociamo le diverse influenze ambientali, siamo noi a suggerire ai nostri geni cosa fare, di solito inconsciamente. I carboidrati ci fanno ingrassare? Sì,se lo crediamo. Saremo amati, avremo successo nel lavoro, saremo ricchi? Se ci crediamo, lo saremo.

Lipton ci mostra anche come Darwin avesse torto. La competizione non è la base dell'evoluzione; non è la sopravvivenza del più forte che ci permette di sopravvivere e prosperare. Al contrario, dice, dovremmo leggere l'opera di Jean-Baptiste de Lamarck, che venne prima di Darwin e dimostrò che la cooperazione e la comunità sono la base della sopravvivenza. Immaginate se ciascuna dei vostri trilioni di cellule decidesse di farcela da sé, di combattere per essere la regina della collina piuttosto che cooperare con le cellule compagne. Per quanto sopravvivereste?

L'Intervista:

Barbara Stahura: La premessa di base della tua ricerca e del tuo libro, The Biology of Belief, è che il DNA non controlla la nostra biologia.

Bruce Lipton: Sì. Ho cominciato a studiare questo verso la fine degli anni '60. Da allora la scienza di frontiera ha iniziato a rivelare tutte le cose che avevo osservato. I biologi che fanno ricerca d'avanguardia sono a conoscenza di ciò che dico nel libro. Il pubblico, però, non ne ha comprensione alcuna perché, o gli arriva in forma abbreviata, o quello che gli viene venduto è la credenza che siamo controllati dai nostri geni, sebbene ciò non sia sostenuto dalla scienza d'avanguardia. Tutto il mio sforzo si è concentrato nel far giungere al mondo l'informazione d'avanguardia. L'orientamento mentale del pubblico è stato programmato secondo la credenza che siamo degli automi genetici, che i geni controllano la nostra vita, che ne siamo vittime, e via di seguito. Il punto, però, è che la scienza di frontiera - quella di cui parlo - si è stabilizzata da almeno 15 anni. È ora che sia portata nel mondo perché è lì che viene usata.

BS: Questa scienza relativamente nuova sulla quale tu scrivi viene chiamata epigenetica. Ci spiegheresti di che cosa si tratta?

BL: L'epigenetica è quella scienza che mostra che i geni non si auto-controllano, ma sono controllati dall'ambiente. Si sa da circa 15 anni, e ora fa finalmente fa capolino da dietro l'angolo. Ti faccio un esempio. La Società Americana per il Cancro ha recentemente pubblicato una statistica che afferma che il 60 per cento dei tumori sono evitabili, cambiando stile di vita e dieta. Quest'informazione proviene da un'organizzazione che ha cercato per circa 50 anni i geni del cancro. E ora se ne viene fuori dicendo: è lo stile di vita, non sono i geni. Ci siamo focalizzati sul cancro come se fosse una questione genetica, ma solo il cinque per cento dei cancri ha una connessione genetica. Il novantacinque per cento dei cancri in effetti non ha nessuna connessione coi geni. La ragione (che ci fa dire che c'è una connessione genetica) è che tale spiegazione è fisica, tangibile, perciò preferiamo lavorare su di essa. E il 95 per cento che ha un cancro e non c'è una connessione genetica? Non è facile fare esperimenti su qualcosa sulla quale non puoi focalizzarti fisicamente.

BS: Così il determinismo genetico - l'idea che siamo controllati dai nostri geni - è inevitabilmente incrinata, come dici nel libro.

BL: Sì.

BS: Hai scritto anche di Jean-Baptiste de Lamarck e della sua teoria dell'evoluzione - che sopravviviamo attraverso la cooperazione, piuttosto che la più recente idea darwiniana di competizione e sopravvivenza dei più forti. Che tutti i nostri trilioni di cellule devono cooperare per mantenere il nostro corpo in perfetto funzionamento, in quanto noi esseri umani non possiamo sopravvivere senza grandissime quantità di cooperazione gli uni con gli altri e con il nostro ambiente.

BL: Immediatamente, appena hai detto cooperazione, stavi violando la teoria darwiniana, che è competizione e lotta. Di fatto, si tratta di un'interpretazione erronea.

La nuova scienza ci dice che quella credenza è sbagliata. La credenza di cui hai appena parlato, invece - la natura della cooperazione e della comunità - è in effetti il principio basilare dell'evoluzione.Nel 1809 Lamarck ha scritto che i problemi che tormenteranno l'umanità verranno dal suo separarsi dalla natura, e ciò condurrà alla distruzione della società. Aveva ragione, perché la sua enfasi sull'evoluzione era che un organismo e l'ambiente creano un'interazione cooperante. Se volete capire il destino di un organismo, dovete capire la sua relazione con il suo ambiente.

Poi ha affermato che separarci dal nostro ambiente significa assumere la nostra biologia e tagliarci fuori dalla nostra sorgente. Aveva ragione.

E quando arrivi a capire la natura dell'epigenetica, la sua teoria ora ha trovato sostanza. Senza alcun meccanismo che, all'inizio, le desse un senso - e specialmente da quando abbiamo comprato il concetto dei biologi neo-darwiniani che affermano che tutto è controllato geneticamente - Lamarck sembrava stupido. Ma sai cosa? Aveva proprio ragione.

BS: La tua dimostrazione che il "cervello" della cellula non è il DNA ma, bensì, la sua membrana è affascinante. Che significato ha questa scoperta riguardo a ciò che pensiamo di noi stessi e della nostra vita, dal momento che siamo proprio una comunità di cellule?

BL: Se due cellule si uniscono e stanno comunicando, useranno i loro "cervelli" per farlo, giusto? E se dieci cellule si uniscono, useranno i loro cervelli affinché la loro comunicazione reciproca abbia un senso. Quando prendi un insieme di un trilione di cellule, come in un cervello umano, queste opereranno ancora secondo il principio del cervello cellulare. Beh, quando abbiamo comprato l'idea che i geni ed il nucleo formano il cervello della cellula - che ci porta fuoristrada - e la applichi come fosse un principio di neurologia o di neuro-scienza, ti sei già incamminato nella direzione sbagliata. Non puoi arrivare da nessuna parte perché quello non è il cervello della cellula.

I nostri principi su come funziona l'intelligenza sono stati totalmente sviati. Ecco perché, dopo tanta neuro-scienza, se chiedi a qualcuno: "come funziona, veramente, il cervello?" La risposta sarà: "veramente, non lo sappiamo".Il Progetto Genoma Umano dice che quel modello è sbagliato. Pensavamo che ci volessero più di 100.000 geni per far funzionare un essere umano. Il fatto che ce ne siano meno di 25.000 ha messo un bastone tra le ruote dell'intero processo.

Come può esserci un tale esiguo numero di geni a formare una cosa così complessa come un essere umano? La risposta è che ci vuole molto di più dei soli geni a farlo funzionare - che è l'apporto dall'ambiente che può alterare la lettura dei geni.

Ci sono 140.000 proteine in un corpo umano, e si credeva che ciascuna richiedesse un gene separato per prodursi. Di colpo, trovi che ci sono 25.000 geni e 140.000 proteine, e non ci siamo con i numeri.

L'epigenetica rivela qualcosa di così sorprendente che la scienza stessa ha dei problemi a comprendere la forza di questo nuovo significato, e suona così: con il controllo epigenetico, che significa il controllo mediato dall'ambiente, un singolo gene può essere usato per creare 2000 o più proteine diverse dalla stessa matrice. Il controllo epigenetico è come un lettore che può leggere l'impronta originaria e ristrutturarla per produrne qualcosa di diverso. Ed ecco come un singolo gene può essere usato per creare molti prodotti proteici differenti. Non è stato il gene che ha prodotto ciascuna proteina, è stato il controllo epigenetico che l'ha fatto, e questo è il feedback diretto dall'ambiente. Ci allontana da quel meccanismo che dice che siamo solo macchine.

BS: E ci dice invece che non siamo vittime. Siamo co-creatori.

BL: Assolutamente.

BS: Per tanti l'idea che siano i nostri pensieri a creare la realtà, che è quello su cui si basa la Scienza Religiosa e altre tradizioni metafisiche e spirituali, è un'idea puramente spirituale. Ma la fisica quantistica ha aggiunto all'idea, il fatto scientifico. E ora, il tuo lavoro e quello di altri porta quel concetto a livello delle cellule. Che lo rende in qualche modo più reale, più tangibile.

BL: Se si definisce lo spirito più o meno su questi parametri si potrebbe ottenere una definizione del tipo "una forza motrice invisibile." Se definisco la natura della meccanica quantistica, è una forza motrice invisibile. Di fatto afferma: "Sì, ci sono forze invisibili che modellano la nostra esistenza". Poiché la nostra biologia è tradizionalmente basata su un concetto newtoniano e materialistico, la natura di quel sistema è di considerare le forze invisibili come non rilevanti. Però, quello che la meccanica quantistica ha stabilito è che le forze motrici invisibili sono tutto. Perciò, se la nostra scienza non si adatta alla nuova fisica, sta di fatto ostacolando il progresso in evoluzione. Quando si introducono nuove forze, si deve dar loro nuovo credito, e quando lo si fa, i ricercatori spirituali saltano su e dicono: lo sapevo! E i fisici quantistici saltano su e dicono, lo sapevo! Stiamo sempre parlando della stessa cosa. Se lo ammettessimo, l'opportunità di unione diventa così tangibile che è quasi fisica. Sì, possiamo sentirla! Ora possiamo essere tutti d'accordo. Tu la chiami come vuoi, io la chiamo come voglio. Ma siamo tutti governati da queste forze invisibili.

BS: Ho letto una tua intervista nella quale hai affermato, "piuttosto che esser vittime dei nostri geni, lo siamo stati delle nostre percezioni." Puoi aggiungere qualcosa su ciò che significa essere una vittima delle nostre percezioni?

BL: In un certo senso, sappiamo attraverso lo studio della membrana cellulare, attraverso lo studio dell'epigenetica, che questo è fondamentale. L'epigenetica dice che i segnali ambientali influenzano l'espressione genetica, e questi segnali ambientali talvolta sono diretti, e tal'altra sono interpretazioni, quando per es.le percezioni diventano credenze. Così, ho una credenza su qualcosa, che è una percezione, e aggiusto la mio biologia a quella particolare credenza. Come col cancro terminale, se credo a quello che i medici mi dicono, lo loro diventa una vera e propria predizione. Se dicono che ho il cancro terminale e sono d'accordo, allora essenzialmente morirò quando, a detta loro, accadrà. Quali sono le persone che non lo fanno? I casi di "remissione spontanea." Almeno una persona, scommetto, non ha "comprato" quella diagnosi. E la sola ragione per la quale ne sono usciti è che avevano un altro sistema di credenze completamente diverso, e quindi sono stati capaci di cambiarlo.

BS: Come possiamo cambiare le nostre percezioni o credenze fino a quel punto?

BL: La prima cosa è acquisire le nuove percezioni di come funziona la vita. Lasciare andare o riconsiderare le percezioni con le quali ci siamo formati, che, inevitabilmente, sono vittimizzanti: sono fragile, l'ambiente mi può attaccare, lo zucchero fa male. Queste sono credenze acquisite. Ma la questione è, sono veramente vere? Sono vere se questo è ciò che credi, dal momento che la percezione governa la biologia. Se sono programmato dalla percezione che lo zucchero è dannoso alla mia biologia e lo mangio, allora essendone a conoscenza intossico il mio sistema con la credenza, non con lo zucchero. La maggior parte di queste percezioni si manifestano come credenze limitanti o auto-sabotanti su quello che possiamo o non possiamo fare. Come l'auto-guarigione.

La tendenza è, no, non ti puoi guarire da solo, devi andare da qualcun altro che ti guarirà. Santo cielo! Dopo parecchi miliardi di anni di evoluzione, il sistema fu progettato per auto-guarirsi. Per quanti milioni di anni gli esseri umani hanno fatto senza medici? Perché abbiamo bisogno di così tanti medici ora? Perché la percezione è che siamo deboli e fragili, ed abbiamo bisogno del loro aiuto. Bene, questa è una percezione.

Quando eliminiamo questa percezione ed iniziamo ad immettere nuove percezioni, allora cambiamo la risposta della nostra biologia al mondo che ci circonda. Man mano che cambiamo le nostre percezioni, cambiamo le nostre risposte. Le percezioni con le quali operi - ti danno sostegno o te lo tolgono? Ti rendono più forte o più debole?Queste percezioni sono nel subconscio, che controlla il 95 per cento della nostra vita. E, quando lo fa, lo fa senza che noi ce ne accorgiamo. Non vediamo di fatto i programmi che sono automatici. Funzionano perché il conscio è occupato, ed i programmi automatici ne prendono il posto.

Quando il conscio è occupato a fare qualcosa, non sta osservando se stesso. Ci sono due fattori che ci aiutano a capire questo. Uno, la mente cosciente opera con un processore da 40 bit, che significa che può interpretare ed elaborare 40 bit di stimoli nervosi - un bit è uno stimolo nervoso - al secondo. Il che significa che entrano 40 stimoli al secondo e la mente cosciente li discerne e li capisce. La mente subconscia in quello stesso secondo sta elaborando 40 milioni di bit. Da rilevare: se confronto l'elaborazione della mente conscia con quella subconscia, la subconscia è un milione di volte più potente nell'elaborare informazioni. Elemento numero due: i neuroscienziati cognitivi dicono che il 5 per cento del nostro comportamento giornaliero è controllato dalla nostra mente cosciente ed il 95 per cento dal programma subconscio. Perciò nella nostra esistenza quotidiana, la mente subconscia è la fonte più potente della nostra biologia. La mente subconscia è un nastro registratore. Non c'è nessuno lì. È praticamente un congegno di stimolo-risposta. Non c'è bisogno di esserne coscienti. Voi ve ne andate in giro per il mondo, e farà quello che deve fare senza che dobbiate pensarci.Quando la mente cosciente è occupata, non sta osservando il subconscio.

Ed il subconscio è composto dai programmi fondamentali che abbiamo ricevuto dagli altri nei primi sei anni. Mentre si vive la vita con le nostre intenzioni e i desideri della mente cosciente, il 95 per cento del comportamento viene dalla mente subconscia, che è stata programmata da altri.E la maggior parte di tale programmazione è veramente limitante. Non ti puoi guarire da solo, non sei abbastanza intelligente, non ti meriti le cose buone, non sei bravo in disegno o quello che è. Queste affermazioni diventano programmi subconsci, che si attivano quando non faccio attenzione. La mente cosciente nella maggioranza è occupata a pensare al futuro o al passato. E se il conscio è occupato in questo, nel momento presente, si è veramente guidati dal subconscio. Il vostro cosciente è occupato a cercare di pensare: "Mi merito un aumento e di certo dovrei salire di grado in questa ditta." Mentre lo fate di certo, state operando dal subconscio, e quello ha un programma che afferma che non vi meritate le cose. Qual è allora l'espressione del vostro comportamento? Il comportamento che è coerente con "Non mi merito." Ciò significa che farete degli errori o altro che renderanno legittimo che non vi meritiate le cose. Non ve ne rendete conto perché non l'avete visto all'opera, e diventate frustrati riguardo la vostra vita perché ci provate così tanto ad avere successo e non andate mai da nessuna parte. E poi, ovviamente, la tendenza è, non sei tu, è il mondo ad ostacolarti. La grande e bizzarra sorpresa è che il mondo vi darà qualsiasi cosa. E' il vostro stesso sé che è d'intralcio.

BS: Come facciamo a vincere l'opposizione della nostra programmazione subconscia?

BL: Diventane cosciente. Ci sono un paio di modi di farlo. Il modo più antico è quello dell'attenzione Buddhista. Se sei cosciente di essere qui in questo momento, mentre fai questo stupido errore, osservi l'errore, e potresti rimediarlo. La consapevolezza, però, è una cosa molto difficile da addestrare, ed è anche un processore da 40 bit che cerca di far funzionare completamente il processore da 40 milioni di bit. Perciò, per la maggior parte della gente è una procedura molto difficile perché le loro vite sono così indaffarate e sono talmente occupati che non riescono a prendere atto di ciò. L'altro modo è, puoi ritornarci dentro e riscrivere il programma, ma ci sono due cose che devi fare: A) Identificare il programma, e B) Eseguire una procedura per riscriverlo.

Quello che riflette è qualcosa alla quale la maggior parte della gente non ha fatto attenzione e è da dove vengono la maggior parte dei problemi. Pensano che possono semplicemente parlare alla mente subconscia e che questo la migliorerà. Ma la mente subconscia è un nastro registratore. Mettete un nastro nel vostro mangiacassette, accendetelo, e poi ditegli di riprodurre qualcosa di diverso. Il fatto è, che lì, non c'è nessuno. Non farà niente. Ed il potere del pensiero positivo - la maggior parte della gente dice, il potere del pensiero positivo! Provalo! E quando non funziona si sentono peggio perché non possono neanche fare quello. Perché non funziona? Perché se il programma subconscio non è allineato con la direzione conscia, allora si ha un programma che funziona su un processore di 40 milioni di bit 95 per cento del tempo, che vi tira giù mentre voi impiegate il 5 per cento del vostro tempo nella vostra immaginazione pensando pensieri positivi, mentre il vostro subconscio sta conducendo lo spettacolo e sabotandovi proprio nel bel mezzo dei vostri pensieri positivi.

Il pensiero positivo funziona solo se le credenze nel subconscio sono in linea con esso, o se siete completamente attenti. Se siete totalmente attenti ed usate quel desiderio di essere positivi e far funzionare le cose, allora vi accorgerete quando il vostro subconscio sta facendo andare un nastro e voi potete cancellarlo. Ma se non siete attenti e pensate solo pensieri positivi, allora non state conducendo lo spettacolo. Da qui vengono i conflitti. E, ovviamente, se voi foste così positivi nella vostra mente e pensaste che state conducendo lo spettacolo e pensando che non funzioni, ovviamente il mondo vi è contro. No, il mondo non vi è contro, sono i programmi limitanti ed auto-sabotanti che acquisiamo in gioventù. Qui è dove dobbiamo azzerarci.

Il sonno: come aiutarlo con cure naturali

Il riposo contribuisce al benessere fisico e mentale, ripristina le nostre batterie, influenza i rapporti sociali, l’umore, regola la produzione di insulina e colesterolo, rigenera i tessuti cutanei e rilassa i muscoli dando sollievo così al nostro apparato muscolo scheletrico. Quando infatti riposiamo non assumiamo in genere posture errate e, soprattutto, non subiamo il carico gravitazionale. E’ proprio l’alternarsi di tale carico che aiuta i dischi intervertebrali. Grazie agli scambi di pressione, essi si nutrono e scartano sostanze non più utili : quando la gravità aumenta, la pressione aiuta la fuoriuscita di liquidi dal disco e quando diminuisce, quando siamo distesi, i liquidi sono richiamati verso l’interno aumentando così lo spessore del disco. Anche in fase di riabilitazione, è risaputo quanto un sano riposo contribuisca ad una ripresa più veloce.

Ma come possiamo favorire un sano riposo? Se tra le cause dell’insonnia escludiamo malattie di origine neurologica o psichiatrica, dovremmo tener conto di alcuni fattori che andrebbero evitati o notevolmente ridotti: cambiamento di fuso orario, stress, visione di film violenti, lettura di libri dai contenuti forti, ritmi di vita frenetici, assunzione di farmaci, sostanze eccitanti, droghe, dieta scorretta. Un corretto stile di vita ci può sicuramente aiutare nel preparare un buon riposo. Una dieta a base di cibi non raffinati e vegetali è senz'altro benefica: avena integrale, banane, datteri, alghe, cereali integrali sono solo alcuni esempi; legumi e semi oleosi, ricchi di acidi grassi essenziali e fonti di triptofano , un amminoacido capace di innalzare i livelli di serotonina e melatonina- la prima dotta di proprietà calmanti e stimolanti il buonumore e la seconda capace di favorire il sonno agendo sul meccanismo sonno-veglia. I cibi ricchi di magnesio (fagioli, soia, verdure a foglia noci e mandorle) che facilitano l’assimilazione di triptofano .

Ma oltre alla scelta degli alimenti, è altrettanto importante non affaticare la digestione la sera con pasti abbondanti, evitare superalcolici e sostituire te e caffè con infusi di roiboos oppure tisane rilassanti (a base di tiglio, melissa, camomilla, passiflora..).

Altro aspetto essenziale spesso sottovalutato o non conosciuto è il rispetto di orari regolari: il nostro organismo ama la regolarità, sonno incluso. Evitare riposini pomeridiani, andare a dormire più o meno alla stessa ora, al fine di aiutare l’addormentamento e staccare la spina un paio di ore prima sono tutti gesti a tutela della buona qualità del riposo.

E perchè infine non rilassarci con un bel bagno caldo o un pediluvio con olii essenziali quali lavanda, neroli, gelsomino, mandarino, sandalo, olii che possono essere usati anche per massaggi o per aromaterapia.

L'Ansia: come affrontarla in modo naturale

Secondo i dati dell’OMS (organizzazione mondiale della sanità) sembrerebbe che circa 400 milioni di persone nel mondo soffrano di ansia.

La principale causa? Il nostro frenetico ritmo di vita.

Che lo stress e l’ansia quotidiani condizionino la nostra vita , non c’è assolutamente dubbio , ma che condizionino le normali funzioni dell’organismo, nemmeno c’è più ormai bisogno di conferma.

Inoltre, il loro prezzo non sta solo nel fatto che si abbassa la risposta immunitaria ma varie ricerche dimostrano gli effetti negativi anche sul sistema cardiovascolare.

Cosa possiamo fare dunque? fatta salva l’opportunità di una consultazione medica specialistica, soprattutto in caso di serietà e continuità del sintomo, è sempre possibile ricorrere a rimedi cosiddetti “naturali” la cui gamma è assai ampia.

Se la principale causa sta nel ritmo di vita abbiamo già un elemento importante da cui iniziare: rallentiamo e iniziamo col respirare correttamente, col diaframma anziché col petto. Se poi a ciò uniamo un po’ di meditazione per liberare la mente, possiamo caricarci più facilmente di energia positiva. Possiamo sempre farlo a modo nostro, per esempio con una passeggiata o ascoltando della musica rilassante o prendendoci 10 minuti per una tisana.

Un’attività sportiva, moderata e piacevole allo spirito, allevia anch’essa stress e tensione, permettendoci di liberarci di tossine mentali e fisiche.

Un’alimentazione ricca di frutta e verdura ma soprattutto di cibi ricchi in potassio, magnesio, vitamine; tra queste soprattutto la B6 che regola il metabolismo dei glucidi e stimola le funzioni celebrali. Evitiamo invece alcolici, e alimenti a base di farine e zucchero raffinati.

Tra i rimedi vegetali: Tilia tomentosa (gemmoderivato), Passiflora, Valeriana e Melissa che possono trovarsi anche come composto per una tisana.

Tra gli oligoelementi la composizione più mirata prevede la presenza di Manganese, cobalto, litio, fosforo e magnesio, potendo in un secondo momento continuare l’assunzione solo di manganese e cobalto.

Questi sono solo alcuni esempi di come possiamo sostenerci. Ricordiamoci però che se ci rivolgiamo a tutto ciò che indichiamo come “naturale”, il nostro approccio deve essere diverso: abbiamo una responsabilità nella guarigione perché non si va più a sopprimere un sintomo, ma ci si incammina in un percorso di autoguarigione dove mente, spirito e corpo devono cercare un equilibrio.

La pelle ed il suo significato simbolico

La pelle si sviluppa embriologicamente dalle stesse cellule contenute nel foglietto ectodermico dell’embrione, da cui origina anche il sistema nervoso.

Organo più grande del corpo umano, riveste completamente il corpo, isolandolo e preservandolo dalle aggressioni dell’ambiente esterno.

Ma oltre a questo, la pelle è molto di più: rappresenta, infatti, il limen, il punto di contatto e separazione tra il dentro ed il fuori, tra bugia e verità, tra la paura di essere noi stessi e il coraggio di farlo. Se dunque, da un lato ci protegge, dall’altro ci mette in relazione. Quest’ambivalenza o doppia funzionalità la rende spesso un campo di battaglia nel quale si rendono visibili le nostre lotte interiori, le tensioni, le paure di essere minacciati, di essere lasciati soli, la tristezza per mancanza di amore.

Se abbiamo un approccio OLISTICO alla salute e consideriamo quindi l’uomo nella sua globalità, come essere dotato di emozioni e mente, oltre che di un corpo fisico, corpo dove manifesta i sintomi, sarebbe importante riuscire a decodificarli, permettendoci di prenderci cura di noi stessi a 360° e concedendoci il tempo di cercare risposta a possibili domande, quali:

  1. perché mi sono ammalato? Cosa vuol dire quel sintomo?
  2. cosa mi costringe a fare questo disturbo che in condizioni normali non farei?
  3. che cosa mi impedisce di fare che in condizioni normali farei?

La localizzazione, poi, della sintomatologia è altrettanto importante. Ogni parte del corpo "parla": c’è un simbolismo in tutto ciò che manifestiamo e la patologia è sempre conseguenza di conflitti inconsci; d'altronde, se fossimo consapevoli di quel conflitto, non avremmo necessità di manifestarlo sul corpo. In tal modo, il corpo richiama la nostra attenzione e se solo siamo in ascolto e osserviamo, possiamo riconoscere ed accettare, per poi trasformare o lasciare semplicemente fluire .

L'EQUILIBRIO ACIDO-BASE

L'EQUILIBRIO ACIDO-BASE

PERCHE' E' IMPORTANTE SAPERE COS'E' L'ACIDOSI TISSUTALE E QUALI SONO LE SUE CONSEGUENZE?

Forse non tutti sanno che i processi vitali del nostro organismo hanno luogo se il nostro PH è stabile e leggermente alcalino.

Tale equilibrio si altera in tutte le manifestazioni patologiche, generalmente verso l’acidosi. A dirla tutta, anche in assenza di patologia, il nostro metabolismo cellulare produce scorie acide che devono essere tamponate ed eliminate. Questo processo, fondamentale per la salute e il buon funzionamento dell’organismo, viene svolto da polmoni, sangue e reni.

IL RITMO ACIDOSI-ALCALOSI E' CICLICO

In un organismo sano, le scorie accumulate durante la giornata vanno a finire nel rene che le elimina poi con le urine. SI dovrebbe quindi iniziare la giornata in assenza di scorie.

In un organismo in “acidosi tissutale”, a causa dell’eccessiva quantità di scorie acide, non riesce ad eliminarle totalmente durante la notte e inizia così l’accumulo di acidità che porta all’acidosi. L’organismo durante il giorno continua ad accumulare scorie acide che vanno nel rene e se in parte sono eliminate con le urine, molte restano nell’organismo creando un accumulo.

COSA ACCADE A QUESTO PUNTO?

Entrano in azione due sistemi di emergenza:

  • la matrice extracellulare
  • le ossa

Le scorie acide in eccesso sono accumulate nella Matrice, che in presenza di questo surplus, si cristallizza in forma di gel e trattiene liquidi per diluire l’acidità. Questo fenomeno rallenta tutte le funzioni della matrice, include quelle importantissime di comunicazione e scambio a livello cellulare. Si interrompe “la comunicazione” tra interno ed esterno della cellula.

A livello osseo, carbonati e bicarbonati, essenziali per la struttura ossea vengono rilasciati dall’osso e vanno a tamponare l’acidosi latente. La conseguenza?

Un graduale impoverimento del tessuto osseo che può anche portare ad importanti patologie, come ad esempio, l’osteoporosi. 

E le CAUSE che portano all’acidosi tissutale?

Tra quelle ENDOGENE: stati infiammatori, ridotta funzione renale, carenza di estrogeni in menopausa, stress emozionale, ecc

Tra quelle ESOGENE: dieta povera di alimenti alcalinizzanti (frutta e verdura); eccesso di proteine animali, malnutrizione e digiuno, allenamento sportivo eccessivo, eccesso di grassi zuccheri, alcool, farmaci

I cibi raffinati, la poca verdura e frutta nell’ alimentazione sono la causa primaria.

E i SINTOMI?

Si va dalla stanchezza, sete, crampi, sonnolenza, alla nausea, ipotensione, aritmie, perdita massa muscolare, disidratazione fino a sintomi più gravi.

COSA POSSIAMO FARE?

Innanzitutto controlliamo il nostro stato di acidosi

Il metodo migliore è il controllo dell’acidità delle urine, che può essere eseguito facilmente da chiunque. Basta procurarsi in un misuratore del pH (cartina di tornasole): venduta sotto forma di stiks (striscioline) e che potete trovare anche nelle confezioni di Basenpulver. Si misurano le seconde urine del mattino (le prime sono sicuramente acide) e almeno altre due volte al giorno. Si fa la media delle rilevazioni.

  • Il valore del ph delle urine:
  • molto elevato (acidosi forte) da 5.5 in giù
  • nella media (acidosi media) da 5.5 a 6
  • buono da 6 in su ma non oltre 7
  • perfetto 6.5

Integrazione nutrizionale efficace con Named Basetabs e Basenpulver

Basenpulver e Basentabs contengono una miscela di Sali con aggiunta di carbonato di magnesio basico, bicarbonato di sodio, fosfato bisodico e bicarbonato di potassio. Non contengono né coloranti né conservanti. Il loro impiego è indicato per ottimizzare e velocizzare il processo di de-acidificazione corporeo.

L’acqua! Non trascuriamo di bere un quantitativo sufficiente di acqua o tisane, circa 1,5 litri, limitando il più possibile tè, caffè e alcolici che sono tutti alimenti fortemente acidificanti

L’ attività fisica migliora l’apporto di ossigeno e promuove il rilascio di acido carbonico sotto forma di anidride carbonica.

Ovviamente, gli altri "pilastri" per una buona salute: corretta alimentazione e la serenità!

(Fonti: Named)

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